Carosello e la mutazione individualista

Abstract Dal 1957 al 1977 la RAI trasmise in fascia serale, alle ore 20.50, dopo il telegiornale delle 20.30, per circa dodici minuti, “Carosello”, una trasmissione pubblicitaria di educazione/stimolazione/intrattenimento sui nuovi consumi che, attraverso quattro o cinque filmati pubblicitari in bianco e nero, con un format tutto italiano e anomalo, fu capace di assorbire diversi tipi di spettacolo e di adempiere ad una molteplicità di funzioni. Mentre la società italiana attraversava gli anni del boom economico, per poi maturare una forte contestazione sia studentesca che del mondo operaio (1968-69) e infine scontrarsi con la crisi economica del 1973 e la stagione stragista, la Rai della paleo-televisione, prima delle aperture alla nuova fase della neo-televisione commerciale, intratteneva un pubblico eterogeneo di bambini, donne, adulti, attorno al nuovo focolare domestico della televisione di Stato, dentro un “ghetto dorato”, per dirla con il critico A. Grasso, che accompagnò la trasformazione dell’Italietta da mondo arcaico e contadino ad una nuova società dei consumi, stigmatizzata con toni durissimi da P.P. Pasolini (lo scrittore parlò dell’avvento di una nuova forma di omologazione e di un più pervasivo fascismo) o esaltata da altri (ad es.P. Dorfles) perché sarebbe stata capace di introdurre una profonda modernizzazione e laicizzazione degli stili di vita del paese. La tesi che si intende discutere ruota attorno al saggio G. Gozzini “La mutazione individualista”, Gli italiani e la televisione, 1954-2011, per Laterza....

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