Classe da coinvolgere: classe quinta

Durata complessiva: 4 ore

Oggetto: il laboratorio permette di comprendere come alcuni discorsi tenuti da personalità intellettuali e politiche possano servire alla messa a fuoco di questioni che sono state centrali nel movimento del Sessantotto, a partire dalle sue origini che si possono riconoscere già alcuni anni prima. In particolare, l’importanza dell’istruzione fuori dalle logiche produttivistiche ed economiche el’importanza della cultura americana, che non è misurabile dagli indicatori dell’economia.

Finalità: giungere a delineare l’humus da cui è partito il ’68, l’ ambiente delle università americane.

Metodologia: Visione dei due filmati trovati in you tube: 1.discorso di Mario Savio tenuto a Berkeley nello Sproul Hall Steps del campus universitario ; 2. discorso di Robert Kennedy all’Università  del Kansas. Poi analisi dei due discorsi, a partire dalle parole chiave, come:

a)Macchina e i suoi ingranaggi

b)Economia

c)Conoscenza e valori della vita

La seconda fase è lavorare sulle biografie, per conoscere meglio i due personaggi, i  luoghi e il momento storico in cui i discorsi vengono tenuti.

Un’ultima fase del lavoro potrebbe essere quella di scrivere un testo. Articolare l’ opinione degli studenti sull’attualità del tema affontato: perchè  da allora si deve parlare  di un uomo che deve essere trattato non  come macchina, ma come un essere pensante e perchè è importante raggiungere una propria coscienza individuale.

USA. Berkeley, 2 dicembre 1964. Siamo in una della più importanti  Università della California, nel dicembre del 1964 e  gli  studenti  sono in rivolta contro le decisioni dello staff dell’Università. Tra questi c’è Mario Savio, uno dei personaggi chiave del  Free Speech Movement, famoso anche per i suoi discorsi accattivanti, in particolare per quello ricordato come   il “put your bodies upon the gears”, tenuto nel cortile del campus di Berkeley, il 2 dicembre del 1964.

Questo è uno dei passi più famosi del suo discorso :”There’s a time when the operation of the machine becomes so odious—makes you so sick at heart—that you can’t take part. You can’t even passively take part. And you’ve got to put your bodies upon the gears and upon the wheels, upon the levers, upon all the apparatus, and you’ve got to make it stop. And you’ve got to indicate to the people who run it, to the people who own it, that unless you’re free, the machine will be prevented from working at all.”    ( E arriva un momento in cui il funzionamento della macchina diventa cosi odioso -che ti fa rivoltare il cuore – che non puoi  più esserne parte.Non puoi più esserne parte neanche pssivamente. e devi gettare il tuo corpo nell’ingranaggio, nelle ruote e nelle leve dell’ingranaggio, in tutto l’apparato, e devi bloccarlo,  fermarlo. E devi far capire alla gente che lo possiede che,  a menoche tu sia libero, alla macchina sarà impedito di funzionare del tutto).

Mario Savio lottava contro chi, come il Preside della Unversità di Berkeley vedeva l’Università come un’organizzazione burocratica, una Fabbrica della Conoscenza che, al pari di altre “Fabbriche” (supermarket, ferrovie, acciaierie ,ecc.), aveva come unica funzione quella di servire lo Stato e le altre Fabbriche. L’Università doveva essere una struttura di potere, al pari di un gruppo dirigente di una società d’affari.

 

Robert Kennedy

USA. Los Angeles, 5 giugno 1968.   Robert Kennedy, fratello del Presidente degli USA, assassinato nel 1963, candidato a sua volta alla presidenza degli Stati Uniti, viene ucciso durante la sua campagna elettorale, che lo avrebbe probabilmente portato a divenire Presidente degli Stati Uniti d’America. Dell’assassino fu incolpato un cittadino giordano, Sirhan. B. Sirhan.

Cosa ci ha lasciato questo giovane rampollo della “democratica” famiglia Kennedy, già ministro della giustizia durante la presidenza del fratello?  Di lui  famoso fu il discorso pronunciato sul PIL

Discorso sul PIL di Robert Kennedy del 18 Marzo 1968, pronunciato, presso l’università del Kansas, nel quale evidenziava, tra l’altro, l’inadeguatezza del PIL come indicatore del benessere delle nazioni economicamente sviluppate.
Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, nè i successi del paese sulla base del Prodotto Interno Lordo.
Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi.
Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.
Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani.

Discorso di  R.Kennedy sul Pil