La propaganda

Il culto della patria, la celebrità della forza virile e il primato della volontà e dell’azione sono stati trasmessi alla massa e volgarizzati attraverso una capillare e pervasiva propaganda.

Padrone dei grandi media di informazione e di cultura, il fascismo ha assegnato loro una duplice funzione. Si trattava insieme di educare le masse mostrando loro un’immagine idealizzata del regime e cercando di sviluppare in esse le virtù positive dell’uomo fascista distraendole dalla loro sorte quotidiana per distoglierle da eventuali azioni rivendicative.

Nei prodotti culturali del fascismo si possono individuare alcuni costanti:

  1. l’uso della propaganda, tendente ad una rapida fascistizzazione della vita italiana in tutte le sue manifestazioni;
  2. il controllo su tutta la vita culturale italiana, attraverso l’uso di mezzi di comunicazione (giornali, radio, cinema), di organizzazioni di massa (partito, sindacati, dopolavoro, scuola, giovani fasci, ecc.), e una rigida e capillare censura;
  3. l’imposizione di modelli di comportamento, attuata attraverso tutti i canali culturali (biografie di uomini-simbolo, primo fra tutti Mussolini: gerarca sportivo e virile, soldato-eroe, lavoratore onesto, di donne-madri e spose ecc.);
  4. la creazione di una memoria pubblica attraverso il recupero del classico (il fascismo eredita spiritualmente le grandi conquiste del passato, sia storiche che culturali; da qui il ritorno all’antica Roma ecc.).

C’era una volontà risoluta da parte del regime di inserirsi e controllare i vari ambiti della vita sociale italiana, come il cinema, la stampa e lo sport del periodo testimoniano significativamente.

Dal 1926 in poi, ad esempio, inizia l’inquadramento sistematico di bambini, ragazzi e giovani di tutti i sessi, nell’Opera Nazionale Balilla (ONB).

I Balilla entrano in strutture che guidano la loro attività sportiva e provvedono, allo stesso tempo, ad un loro ideologico indottrinamento, attraverso cui si impongono modelli di condotta funzionali al regime.

In questo caso si trattava di diffondere attività motorie ad ogni livello di età, per occupare tempo libero, per socializzare i giovani, contro “comoda vita”, perché solo il movimento, la ginnastica sembrava essere in grado di fortificare il cittadino e prepararsi per i futuro della lotteria.

La ricreazione organizzata servì dunque a parecchi scopi. Innanzitutto, i vantaggi reali offerti dai campeggi per i giovani e dalle colonie marine a prezzi popolari costituivano ottimi temi per la propaganda del regime all’estero; in secondo luogo, questi iniziativi miravano ad imprimere nella anima popolare, e in particolare tra i giovani, la convinzione della generosità e dell’onnipresenza del regime; in terzo luogo, potevano venire utilizzate come canali e strumenti per la propaganda politica diretta e per il rafforzamento della disciplina sociale.

La scuola

Il fascismo cercò di riconsacrare – dopo la consacrazione del Risorgimento tentata dalla monarchia- il culto della nazione e di rinnovare moralmente tutto il popolo italiano. Mussolini, quando salì al potere, cercò anche di fare diventare gli italiani fedeli della sua nuova religione: la nazione. L’intento che egli voleva raggiungere era quello di convertire le masse per creare un’armoniosa collettività. L ‘educazione civica della massa doveva essere affidata a una religione civile. I mezzi per diffondere fra la massa dovevano essere, in misura maggiore, la scuola e l’esercito.

La nuova religione dello Stato, infatti, per avere un minimo di successo, aveva bisogno di entrare a far parte della tradizione popolare, come aveva ben insegnato il cattolicesimo. Per questo motivo tutti i bambini fin dalla più tenera età dovevano essere educati, all’interno delle scuole, alla patria amorosa. Il buon cittadino italiano non doveva essere solo moralmente forte, ma anche fisicamente sano e virile, pronto a difendere la propria patria in caso di necessità. Nelle scuole l’educazione fisica divenne obbligatoria, assumendo così un ruolo molto importante. Con il medesimo intento, nacquero diverse associazioni ginniche che avrebbero dovuto contribuire alla formazione del cittadino e alla nazionalizzazione delle masse.

Il fascismo, dunque, cercò di riconsacrare – dopo la consacrazione del Risorgimento tentata dalla monarchia- il culto della nazione e di rinnovare moralmente tutto il popolo italiano. Mussolini, quando salì al potere, cercò anche di fare diventare gli italiani fedeli della sua nuova religione: la nazione. L’intento che egli voleva raggiungere era quello di convertire le masse per creare un’armoniosa collettività.

Noi lavoriamo per tradurre nei fatti quello che fu l’aspirazione di Giuseppe Mazzini: dare agli italiani il “concetto religioso della nazione” […] Gettare le basi della grande italiana nel mondo, partendo dal concetto religioso dell’italianità [. ..]. deve diventare l’impulso e la direttiva essenziale della nostra vita. “[  1] 

Affinché l’unificazione politica dell’Italia fosse consolidata, bisognava formare moralmente gli italiani.  La loro educazione civica, doveva essere affidata a una religione civile. I mezzi per diffondere fra il massa dovevano essere, in misura maggiore, la scuola e l’esercito.

La nuova religione dello Stato, per avere un minimo di successo, aveva bisogno di entrare a far parte della tradizione popolare, come aveva ben insegnato il cattolicesimo. Per questo motivo tutti i bambini fin dalla più tenera età dovevano essere educati, all’interno delle scuole, alla patria amorosa. Il buon cittadino italiano non doveva essere solo moralmente forte, ma anche fisicamente sano e virile, pronto a difendere la propria patria in caso di necessità. Nelle scuole l’educazione fisica divenne obbligatoria, assumendo così un ruolo molto importante. Con il medesimo intento, nacquero diverse associazioni ginniche che avrebbero dovuto contribuire alla formazione del cittadino e alla nazionalizzazione delle masse [2].

[1] B. Mussolini, “Il Popolo d’Italia nel 1921 , Un Popolo d’Italia , 8 dicembre 1920, da E. Gentile, Il culto del Littorio , Biblioteca Universale Laterza, Roma-Bari 1994, p.44.

[2] E.Gentile, Il culto del Littorio, op.cit , p.17.

 

PRIMO GRUPPO

Dal testo di Afra Bandoli,  Almeno il Duce lo imparasse  , ed. La Mandragora, 2012, Imola (Bo), possiamo estrarre foto e passaggi scelti del giornalino intitolato  E Val per costruire un primo archivio di fontiIn pratica tutto il libro è un’analisi dei numeri di questo giornalino realizzato dai maestri di Cotignola con scritti e disegni dei bambini. Da queste parole, come dalle foto seguenti, si può evincere la volontà del regime di entrare nel mondo dei bambini e della scuola, con riti divisi, ideali da perseguire.

 

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Archivio fotografico

 

Obiettivi: 

  • imparare a leggere e interrogare una fonte;
  • cogliere attraverso quali strumenti e momenti si struttura la propaganda
  • comprendere l’ideale pedagogico e formativo della scuola fascistizzata

Domande per il primo gruppo:

  • In base all’osservazione delle fotografie di classe, prova a individuare quali sono gli elementi della divisa dei Balilla. In particolare fai una ricerca per capire i motivi per i quali è adottato il Fez, che è un ottomano militare cappello.
  • Una cosa allude la targa del cappello con incisa l’aquila?
  • I bambini sono disposti in file, sono ben ordinati e vestiti tutti allo stesso modo. In quali ambienti, al di fuori di quel scolastico, ordine, disciplina e divisa sono elementi fondamentali?
  • In base a quanto dichiarato a pag. 91 dal maestro Pasini, qual è il principale fine della scuola?
  • Quali sono le principali attività che la scuola intende promuovere? Sono attività più legate a prestazioni intellettuali o fisiche?
  • In che modo l’attività ginnica prepara il nuovo uomo del fascismo?

 

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  • Gigi, il protagonista del Raggio verde, fumetto che racconta le pericolose imprese di ragazzi italici in America in Il vittorioso , settimanale dei ragazzi cattolici fortemente compromessi col fascismo, quali valori celebra con la propria morte?

 

Il tempo libero: colonie marittime

Dal punto di vista pedagogico-sociale le colonie marittime svolsero un’importante funzione all’interno dell’ideologia fascista: esse rientrarono nel programma di costruzione del consenso, fungendo da centri di aggregazione per bambini, in modo da poter trascorrere le vacanze in estate in centri con aria salubre, e allo stesso tempo hanno avuto la funzione di corroborare gli ideali sui quali il fascismo intendeva formare l’homo novus. La gestione del tempo libero e la regolamentazione della società, infatti, costituivano un punto molto importante della politica fascista, in quanto consentivano di penetrare in tutti gli aspetti della vita dei cittadini, organizzando anche la vita privata e la vacanza.

Così per ogni fascia di età sono stati creati organizzazioni specifiche, che avevano la funzione di continuare l’opera di diffusione degli ideali fascisti già iniziati dalla scuola e dalla propaganda in generale. Allo stesso modo, le colonie marittime intendevano esaltare la bontà del Duce, che dava la possibilità a bambini provenienti da soci sociali anche povere, a trascorrere una vacanza di vacanza che altrimenti non avrebbero potuto trascorrere. Inoltre la vita all’interno delle colonie era rigidamente organizzata con schemi quasi militari, con rituali ben precisi, che contribuivano all’assorbimento, da parte dei bambini, degli ideali del fascismo che concepiva la scuola come una vera e propria organizzazione militare.Gli ideali erano quindi quelli dell’ordine, dell’obbedienza, e della tutela della salute.

 

 

Archivio fotografico

 

 

Attività

  • Come si chiama la bimba autrice del primo disegno? Cosa celebrava quel nome?
  • Uno dei soggetti rappresentati dai bambini è l’ambiente fisico attraverso il quale la scuola promuove la loro crescita. Qui abbiamo un’indiretta celebrazione del duce che, come un buon padre, cura la salute dei propri figli e nel frattempo … crea consenso! In che modo l’ideologizzazione del tempo libero è uno degli elementi che caratterizzano un regime totalitario?

 

SECONDO GRUPPO

 

Linea del tempo

 

 

Obiettivi:

  • individuare permanenze e fratture nel tempo;
  • comprendere il concetto di regime totalitario;
  • conoscere l’ideale antropologico proposto dal fascismo

 

Domande:

  • A partire dall’analisi della linea del tempo, individua quale funzione delle colonie rimanga permanente nel tempo.
  • Durante il ventennio, la propaganda passa anche attraverso l’educazione. Perchè lo Stato, oltre a sostenere le spese della scuola, sobbarca l’onere di vacanze di sempre più numerosi di giovani?
  • Che differenza intercorre tra una dittatura e un regime totalitario?

 

La colonia Varese

Le colonie marittime costituiscono un esempio di costruzione del consenso all’interno di un programma di  monopolizzazione dell’educazione. Oltre che dal punto di vista pedagogico-sociale, essi possono anche essere letti dall’arto-  archiettonico, come esempio di espressione del regime e della  razionalistica organizzazione degli spazi. Essa può Infine Rappresentare elemento per approfondire  la politica economica del fascismo, in cui gli ordini pubblici a privati per la costruzione di  grandi opere, era un punto Importante per lagestione dei problemi Quale disoccupazione, o il crisi,  Soprattutto NEGLI anni 30.
Alla luce di queste considerazioni, abbiamo esaminato le resti di una colonia presente nel nostro territorio: la colonia Varese di Milano Marittima.
Il complesso della colonia Varese fu pensato nel 1937 dall’Ing. Arco. Mario Loreti è un aereo arenato rivolto sulla spiaggia verso il mare. Venne realizzata nel 1938 all’interno di un ampio progetto di colonie marine allestito già dal 1936 dall’Opera Nazionale Balilla. Il corpo centrale a sei piani era costituito dalle imponenti e monumentali rampe di collegamento. In essa erano il parlatorio, gli uffici del direttore e dell’economia, gli alloggi di personale, i servizi, una doppia locale destinata a lavanderia e guardaroba, alle infermerie.
Le rampe di scala, inserite al centro del blocco, erano indipendenti tra loro e portavano passando per i servizi ai quaderni di quattro piani, favorendo così la suddivisione dei bambini per il sesso e limitando i rischi di eventuali epidemie. Le camerate potevano ospitare circa 600 bambini, mentre le terrazze di cui è prevista la colonia sono state pensate per la ginnastica mattutina dei bambini. L’intero edificio rispondeva alle esigenze di rigore funzionalista e igienista del rationalismo, ottemperando inoltre, nella struttura
architettonica, alla rigida articolazione gerarchica e alla disciplina di ruoli che avrebbero dovuto regolare in tutti i suoi aspetti la vita della comunità.
Dal punto di vista economico, la Colonia Varese, costruita dall’azienda CMC di Ravenna, rappresenta un chiaro esempio di legame tra settore economico pubblico e privato. Il Fascismo, infatti, davanti alla crisi economica che seguì la caduta di Wall Street del ’29, cercò di intervenire nell’economia del paese con una commistione tra settore pubblico e privato, in particolare attraverso la co-gestione di banche, di aziende, ma anche attraverso commesse pubbliche a aziende private.
La Colonia Varese, attualmente in stato di abbandono, funzionava solo due estati prima della defecazione della seconda guerra mondiale, durante la quale fu prima utilizzata come militare ospedale, poi anche come ostaggio in una piccola parte. Nel 1944 il corpo centrale delle rampe venne occupato dai tedeschi in ritirata, in quanto rappresentava l’unica via di accesso all’osservatorio superiore. Fu durante questo periodo che le rampe furono mutilate, rimanendo inagibili fino agli anni 60, per poi essere ricostruite come
oggi vediamo.
Nel periodo post-bellico essa riprese la sua funzione di centro ricreativo per bambini. Ciò che possiamo notare dalle testimonianze raccolte e che costituisce un elemento di particolare importanza per la riflessione storiografico-critica, è il fatto che, nonostante il post-bellico antifascista, all’interno delle colonie è continuità in rituali di atteggiamento e di gestione della vita quotidiana, con quelle del regime.

Archivio fotografico di architettura fascista

 

 

 

 

Domande:

  • Prova ad individuare quali parti dell’aereo corrispondono i vari ambienti funzionali. Es: ali = rampa e servizi sul mare
  • Il video dell’Istituto Luce sulle attività delle bambine in colonie mostra come l’attività fisica non fosse strutturata come unicamente funzionale alla salute. Che altre funzionalità aveva?

 

 

TERZO GRUPPO

 

La colonia di Marina

 

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Obiettivi

  • ricostruire in sintesi la storia della colonia di Marina
  • individuare analogie e differenze nella storia delle due colonie prese in esame
  • lasciar parlare la fonte
  • costruire ipotesi interpretativa sulla base di una fonte diretta
  • avvalorare ipotesi interpretativa sulla base di una comparazione tra diversi fonti
  • comprendere il valore dell’elemento soggettivo nell’analisi di una fonte

Domande

  • Quali elementi relativi alla storia delle colonie si possono ricavare dalla testimonianza del Sig. Luigi?
  • Le fonti dirette, come le testimonianze delle persone, da una parte sono vive, colorate dall’esperienza, e ciò li rende interessanti, ma dall’altra parte i personaggi devono essere compresi e mescolati per una descrizione che è un po ‘più “scientifica “. Prova ad individuare quali sono le caratteristiche di una testimonianza personale e diretta di un’esperienza di vita.
  • Nonostante le domande-guida poste nell’intervista, ci sono elementi che mostrano la difficoltà nel valutare tali fonti come completamente attendibili? Prova a formulare una riflessione in merito.
  • Confronta i dati che si possono ricavare dai documenti e dalle foto della colonia di marina, con l’orale testimonianza del Signore Gigi. Ci sono dati che non combaciano esattamente?
  • Sulla base del confronto, formula una riflessione sulla natura delle fonti e sulle loro caratteristiche.

 

RIDEFINIZIONE E RIUNIONE DEI GRUPPI  

La portavoce di ciascun gruppo deve relazionare agli altri il lavoro del proprio gruppo, mentre un alunno / a una scelta da ciascuna gruppo curerà insieme agli altri il lavoro di assemblaggio, un altro gruppo si occuperà della revisione finale del prodotto da inserire in una piattaforma. Infine il lavoro deve essere presentato all’intera classe dai ragazzi che in ciascun gruppo non hanno curato le precedenti operazioni di relazione, montaggio, revisione e correzione finale.